Vai ai Contenuti - Go to content Vai alla Navigazione - Go to navigation Vai alla Ricerca - Go to search
AGENSU :: Agenzia d'informazione telematica per la storia e le Scienze Umane

Due busti da Palmira restaurati a Roma

martedì febbraio 7, 2017

Due busti funerari del II-III secolo d.C provenienti da Palmira sono giunti in Italia grazie all’accordo tra l’Associazione “Incontro di Civiltà” e la Direzione delle antichità di Damasco. Gli antichisti siriani riuscirono, infatti, a sottrarre le sculture a sicura perdita dal museo palmireno prima che la battaglia infuriasse alle porte della città.

Le due opere, già esposte al Colosseo per la mostra “Rinascere dalle distruzioni, Ebla, Nimrub, Palmira”, sono ora nei laboratori dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro.

Gli esperti restauratori italiani utilizzano tanto tecniche classiche che una sofisticata stampa in 3D con la sinterizzazione di polveri di nylon per il busto maschile. Per quello muliebre, invece, con tecniche classiche frammento dopo frammento, si è restaurato il velo che copre la testa e i gioielli che fermano il mantello sulla spalla della donna ritratta.

A fine mese i due busti saranno restituiti alla Siria.

fonte: Ansamed

Angelo Gambella

International, Archeologia

---

Esercito siriano entra nell'area archeologica di Palmira

giovedì marzo 24, 2016

PALMIRA E’ STATA LIBERATAQUI L’ARTICOLO COMPLETO

PALMIRA E’ STATA COMPLETAMENTE LIBERATA nelle prime ore del 27.03.2016
L’area archeologica era stata liberata il 24 marzo, e il castello medievale il 25.

Editoriale: Palmira: implicazioni geo-politiche

Galleria di immagini dal sito di Palmira

[Aggiornamento del 19 aprile]
L’arco monumentale di Palmira ricostruito interamente in marmo con la stampante 3D dell’azienda toscana Tor Art è esposto da oggi a Londra nella celebre Trafalgar Square. L’iniziativa è dell’Institute of Digital Archaeology con l’ausilio del Million Image Database. Gli organizzatori sperano di portare successivamente l’arco, che è in scala 2/3 dell’originale, a Palmira, dove gli archeologi intendono provare a ricostruire l’arco abbattuto dai resti e dalle macerie.

[Aggiornamento del 13 aprile]

Il 13 aprile, durante la 199a sessione del Comitato esecutivo dell’UNESCO attualmente in corso a Parigi dal 4 al 15 aprile, è stata approvata all’unanimità la risoluzione della Russia incentrata sul ruolo dell’UNESCO nel riportare al suo antico splendore l’antica città di Palmira, parzialmente devastata dall’ISIS.

L’iniziativa è stata presentata mentre i genieri russi sono al lavoro con l’esercito siriano per rendere nuovamente fruibile l’area archeologica e la città moderna. Ad oggi, secondo un comunicato della difesa russa, risultano bonificati 182 ettari con la neutralizzazione di quasi 3000 ordigni esplosivi. Come abbiamo riportato in un precedente contributo su questa Agenzia, la Russia è in questo momento titolare di una forte iniziativa internazionale su Palmira dai notevoli riflessi geopolitici.

Il documento dal titolo “Sul ruolo dell’UNESCO per il restauro e la conservazione di Palmira e di altri siti del patrimonio culturale della Siria”, approvato all’unanimità dai delegati dell’organizzazione internazionale, delinea i passaggi da seguire per riportare il sito al suo stato originale.

La delegata permanente della Russia presso l’UNESCO, signora Eleonora Mitrofanova, ha dichiarato che la risoluzione ha una forza simbolica “nel fatto che, avendo raggiunto un consenso sulla questione, dimostriamo la nostra solidarietà unanime al popolo della Repubblica araba siriana, che soffre per lo stato di guerra”, e che ha una parte pratica nel senso che “dimostriamo di esprimere la nostra volontà di unire le forze e i mezzi necessari per restaurare e preservare Palmira e altri siti del patrimonio mondiale della Siria”.

Intanto il Direttore Generale Irina Bokova ha dichiarato che “Palmira appartiene a tutta l’umanità e a tutti i siriani. Tutti i siriani, insieme, devono essere in grado di recuperare questo patrimonio come simbolo di identità e dignità”.

***

Il 2 aprile le operazioni di sminamento di Palmira affidate agli specialisti siriani e russi proseguono a grande ritmo. Più di mille tra ordigni esplosivi improvvisati e mine sono stati finora smantellati. Diversi anche gli ordigni a tempo inesplosi grazie alle contromisure elettroniche russe dispiegate durante l’assalto finale a Palmira. Intanto è stata scoperta una seconda fossa comune con i corpi di 42 civili, in maggior parte donne e minori, trucidate dall’ISIS. Si scopre che la fontana circolare all’ingresso dell’area archeologica era stata trasformata dagli islamisti in strumento di tortura e morte. Si ha, infine, notizia che Tareq, figlio di Kaleed Al Asaad è alla ricerca del corpo del padre, per potergli dare più umana sepoltura.

Con la liberazione di Palmira, l’esercito siriano è riuscito a recuperare in poche ore circa 200 kmq di territorio, mente gli aerei da combattimento bersagliano i miliziani Isis in fuga verso al Sukna nuova linea difensiva sul bivio per Raqqa e Deir Ezzor.
Nel frattempo il governo russo ha ammesso o meglio rivendicato la partecipazione di truppe speciali (specnaz) a Palmira. Numerose foto documentano la presenza di forze russe nella città e dintorni. Di più Putin ha già ordinato l’invio di unità del genio a Palmira per coadiuvare i siriani nell’opera di sminamento del sito archeologico.
Interessanti le dichiarazioni dei ministri Gentiloni e Franceschini sulla liberazione di Palmira. L’Italia invierà caschi blu Onu non appena saranno autorizzati dall’ Unesco e dal governo siriano. Le unità italiane sono composte da carabinieri specializzati provenienti o addestrati dal nucleo tutela dei beni culturali e da specialisti universitari.
I danni a Palmira risultano meno gravi del previsto . Le distruzioni operate dall’Isis pur nella loro gravità, non dovrebbero essere ostacolo per una ricostruzione per quanto laboriosa e parziale. Gli archeologi italiani sono certamente in grado di ripristinare almeno in parte i templi abbattuti.
Intanto i primi elicotteri sono atterrati e decollati dall’aeroporto civile/militare di Palmira.
L’esercito è rientrato in possesso di grandi quantità di armamenti lasciati dai miliziani in ritirata.
In serata pubblicheremo foto esclusive da Palmira.


***

Filmato:
Sminamento di Palmira da parte del genio russo, filmato del 4 aprile.

***
La cronaca precedente:

Le forze armate siriane hanno assalto il centro della città dopo aver raggiunto ieri l’ampio frutteto e primi quartieri residenziali: l’azione viene portata da tre direzioni.
Nella mattinata di ieri vi abbiamo dato notizia dell’ingresso dell’esercito nell’area archeologica dapprima con la liberazione della Valle delle tombe e poi dell’intero sito.
Oggi, da sud l’esercito siriano è ufficialmente rientrato nella città moderna di Palmira nella zona della prigione di stato, dopo aver spezzato la prima linea dell’ISIS.
Dopo aver catturato l’ex base della brigata 550, le forze armate attaccano il centro anche da nord e da ovest, e le prime notizie riferiscono dell’irruzione da nord-est.
Inizialmente l’ISIS ha opposto resistenza all’interno della città, ma nel corso delle ore le forze siriane hanno liberato la metà di Palmira, con un’azione lampo l’aeroporto.
Continuano numerosi i raid aerei.

Il castello medievale risulta parzialmente danneggiato “per atti deliberati di demolizione” da parte dei militanti dell’ISIS soprattutto all’interno delle mura.(Agenzia SANA)


L’esercito è entrato ieri nell’area archeologica di Palmira


Liberata la valle delle tombe e l’intero sito.
L’area risulta disseminata di ordigni esplosivi improvvisati anche su colonne e reperti romani, che dovranno essere disinnescati dal genio.

Dichiarazione del Direttore Generale dell’UNESCO Irina Bobokova

Stanotte le forze armate hanno rotto la prima linea dell’ISIS nell’area degli hotel, ed attaccato la città da nord, e da sud-ovest dover aver catturato la rotonda che porta alla città e l’hotel Semiramide. In mattinata era stata liberata anche la collina delle telecomunicazioni e ora l’esercito ha puntato all’antico castello e al centro della città dopo aver raggiunto l’ampio frutteto e primi quartieri residenziali.

Angelo Gambella

Archeologia, Attualità

---

Liberata Qaryatayn, città assiro-cristiana

lunedì marzo 21, 2016

Aggiornato il 04.04.2016
Qaraytayn è stata liberata il 03.04.2016
(di Angelo Gambella)

Al Qaryatayn è un’antica città assira, situata nella Siria centrale, che dipende amministrativamente dal governatorato di Homs. Nel 2004 contava oltre 14.000 abitanti. La popolazione si divide tra cristiani di osservanza ortodossa ed arabi sunniti. Per questo Qaryatayn è conosciuta come città assiro-cristiana (siriaco-cristiana), mentre imperversa la guerra tra il governo siriano di Bashar al Assad e l’ISIS che l’ha occupata lo scorso agosto.

Meno famosa della vicina Palmira, la città conserva numerose vestigia del tempo dell’antica Roma. Fra i resti più famosi comprende gli “Hamaam Balkis” (“Bagni di Saba”). Durante la dominazione romana Qaryatayn era conosciuta come un luogo di cura ed era una roccaforte della cavalleria legionaria romana. Allo stesso periodo risalgono colonne corinzie e ornamenti di marmo, mentre la vicina Palmira era all’apice della sua potenza. Alla prima età cristiana risale il monastero di Mar Elian, datato al V secolo, e conosciuto anche come monastero di San Giuliano d’Emesa.


(Al Qarytayn vista dalle postazioni dell’esercito siriano 20.03.2016)

Se la cittadina è stata al riparo per i primi anni del conflitto, tutto precipita il 5 agosto del 2015, quando con una rapida incursione i militanti dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante, forti della conquista di Palmira, riescono ad avere la meglio sulla guarnigione dell’esercito siriano ed impongono il proprio controllo sulla città. Poco dopo le agenzie battono la notizia del rapimento di 230 civili dei quali almeno 60 cristiani. Pochi giorni dopo l’ISIS prende il controllo delle vicine cittadine di Mahin e Huwarin, e minaccia l’altra città cristiana di Sadad.
Il monastero cattolico di Mar Elian, vecchio di 1500 anni, viene distrutto il 21 agosto 2015 dallo Stato Islamico. Il monastero ospitava la tomba del V secolo di san Elian (Giuliano d’Emesa) ed era luogo di pellegrinaggio. Molti cristiani sono costretti alla fuga.
Nelle settimane successive la controffensiva siriana permette la riconquista di Mahin e Hawarin ma non tuttavia di Qarytayan che resta da allora nelle mani dell’ISIS.

Le operazioni militari condotte nel tempo dall’esercito siriano e dagli NDF, unità popolari che nella zona hanno una forte presenza di combattenti assiri e cristiani, grazie alla copertura aerea tanto dell’aviazione siriana che di quella russa, particolarmente efficace con gli elicotteri d’assalto, hanno avuto il duplice scopo di tenere l’ISIS lontano dalla strategica città di Sadad, che apre al collegamento stradale sia con Damasco a sud che alla più vicina Homs a nord, e di mantenere la pressione su Qaryatayn.

Nelle ultime settimane, mentre si stringe il cerchio su Palmira, anche attorno a Qaryatayn le operazione militari risultano essere più efficaci e l’esercito ha conquistato la maggior parte delle colline che sovrastano il centro abitato. La città è ora distante solo 2 km dalle prime unità dell’esercito ed è chiaramente visibile ad occhio nudo dai militari.
La città risulta ormai accerchiata da tre lati, lasciando ai militanti libero soltanto il lato sud, mentre la strada che porta a Palmira è giornalmente sorvolata dai caccia bombardieri russi.

Nella giornata di oggi [21 marzo] l’esercito ha assalto 6 cime presso Wadi Al-Tabah nei dintorni di Qarytayn, conquistandole. Queste colline tra quota 875 e 908 metri controllano la strada per Palmira che a questo punto è stata tagliata, lasciando i militanti senza una vitale linea di rifornimento. In definitiva, resta aperta una sola via di fuga nel deserto per l’eventuale ritirata dei militanti.

[27 marzo]
Sull’entusiasmo della vittoria di Palmira, è iniziato l’assalto per liberare l’antica città assiro-cristiana di Qaryatayn.
L’assalto finale per liberare la città dall’ISIS è iniziato oggi, subito dopo la presa di Palmira. Soldati dell’11a e della 18a divisione dell’esercito sono stati già inviati nella periferia di Qaryatayn.
Tutte le alture sono state catturate dalle forze armate siriane e i militanti dell’ISIS hanno un solo stretto corridoio per evacuare dalla città o scegliere di affrontare i militari siriani in una battaglia casa per casa.
La cittadina risulta ancora popolata.
Numerosi strike aerei siriani e russi nell’area stanno preparando l’assalto delle truppe di terra. Diversi volontari della NDF di Sadad e Mahin sono in zona per appoggiare l’azione dei governativi.

[29 marzo]
Dopo aver liberato alcune altre colline in prossimità di Quraytayn, adesso le forze armate siriane sarebbero a solo 1.5 km ad ovest e 3 km a sud, stando alle notizie pubblicate da Al Masdar news. Sarebbero stati uccisi 20 combattenti dell’ISIS mentre 3 veicoli con mitragliatrici sono stati distrutti. Intensi i raid aerei russi.

[02 aprile]
L’esercito siriano ha ridispiegato presso Qaraytayn alcune altre unità provenienti dalla neo liberata Palmira ed ha iniziato il maggior assalto per rientrare in controllo della città occupata dall’ISIS ad agosto. Il centro abitato risulta ormai circondato da tre lati.

Alle 11 di questa mattina, rende noto una fonte militare, l’esercito è riuscito ad avere la meglio sulla prima linea dell’ISIS ad occidente della città, ed ha così raggiunto le immediate vicinanze del centro abitato. L’ISIS rivendica, invece, la distruzione di un carro armato siriano.

Gli elicotteri d’assalto MI-24 della forza aerospaziale russa stanno colpendo duramente le postazioni dello Stato Islamico, facilitando il compito delle forze di terra siriane.

Nel pomeriggio unità dell’esercito sono entrate nei frutteti e nelle fattorie della periferia.

In serata, l’esercito siriano è riuscito ad infiltrarsi all’interno del quartiere a nord dell’antica città assira. Mentre scriviamo sono in corso combattimenti all’interno della città anche nella parte est dell’antica città siriaca.


(Al Qarytayn in una mappa di @PetoLucem 02.04.2016)

L’agenzia Fides riferisce che Qaryatayn è stata abbandonata da gran parte degli abitanti, e fra essi sono riusciti a portarsi in salvo i cristiani compresi gli oltre 170 che erano stati inizialmente presi in ostaggio. Queste persone rientreranno nella loro città quando questa sarà stata liberata dall’esercito siriano.

Nel frattempo a Palmira proseguono le operazioni di sminamento affidate agli specialisti siriani e russi. Più di mille tra ordigni esplosivi improvvisati e mine sono stati finora smantellati. Diversi anche gli ordigni a tempo inesplosi grazie alle contromisure elettroniche russe dispiegate durante l’assalto finale a Palmira. Intanto è stata scoperta una seconda fossa comune con i corpi di 42 civili, in maggior parte donne e minori, trucidate dall’ISIS. Si ha, infine, notizia che Tareq, figlio di Kaleed Al Asaad è alla ricerca del corpo del padre, per potergli dare più umana sepoltura.

[03 aprile]
L’esercito siriano dopo essere entrato ieri sera nel quartiere occidentale della città, nella notte è stato inizialmente costretto al ritiro sulle precedenti postazioni dopo un contrattacco dell’ISIS.

L’esercito, composto principalmente dal 64esimo reggimento della 4a divisione meccanizzata e dalla 67a brigata della 18esima divisione corazzata, ha invece liberato nel frattempo le aree di Sin Al-Kharoubi Al-Kabeer, Al-Hazzm Al-Abyad, e le fattorie a nord di Quraytayn, rafforzando le condizioni per l’assalto alla città.

Nella mattinata di oggi, l’assalto portato da tre diverse direttrici dall’esercito siriano ha avuto la meglio sulla resistenza delle forze dell’ISIS. L’esercito è riuscito a liberare dapprima il quartiere occidentale e subito dopo è avanzato velocemente verso gli altri quartieri della città. Attualmente gli elicotteri e i caccia bombardieri russi stanno colpendo duramente all’interno delle restanti aree del centro abitato.

La Battaglia di Quraytayn è finita prima del previsto con la fuga dei militanti attraverso l’unica via d’uscita rimasta aperta verso il deserto.
Alle ore 14 locali, le 13 in Italia Quraytayn è stata totalmente liberata dall’esercito siriano.

Ora l’ISIS nella zona del Qalamoun è totalmente isolato dal resto del territorio ancora controllato ad est della Siria.

[04 aprile]
Le prime immagini di Qaraytayn, mostrano una città devastata. Nonostante le distruzioni la chiesa siriaca all’interno del monastero di Mar Elian (San Giuliano d’Emesa), data alle fiamme dai militanti dell’ISIS, è apparentemente restaurabile. Molto altro è stato demolito da buldozzer.
Fonti locali comunicano che decine di cristiani di rito siriaco sono stati passati per le armi durante l’occupazione.

Media:
foto su Instagram di lizzie_phelan
altra foto su Instagram di lizzie_phelan
altro scatto su Instagram di lizzie_phelan



La città recentemente liberata vista da un drone coglie i danni di guerra

[URL abbreviato di questa pagina: http://bit.ly/1LAy5Sq]

Cronaca della liberazione di Palmira – QUI L’ARTICOLO COMPLETO

Angelo Gambella

Archeologia, Attualità

---

Editoria archeologica in tempo di guerra

giovedì gennaio 21, 2016

Editoria archeologica in tempo di guerra: l’Enciclopedia delle antichità di Siria

L’Enciclopedia Araba ha pubblicato il primo ed il secondo volume dell’Enciclopedia delle Antichità di Siria, un’opera che intende mettere in mostra le antichità, i reperti archeologici e i siti storici in Siria.

I due volumi illustrati contengono la descrizione di numerosi siti quali antiche città e colline, anfiteatri, mercati, sepolture, palazzi, castelli e fortificazioni, bagni pubblici, moschee, chiese, e gli oggetti trovati in essi come statue, sarcofagi, gioielli, testi antichi, decorazioni e strumenti lasciati dalle civiltà che si sono avvicendate in Siria. Il tutto è corredato da numerose immagini.


(Agenzia SANA)

L’Agenzia SANA che ha diffuso la notizia, pone attenzione all’approccio scientifico e metodico dell’opera che utilizza fotografie, grafici e mappe di siti, strutture, testi e manufatti, con i soggetti disposti rigorosamente in ordine alfabetico. I primi due volumi consistono in un totale di 656 pagine, iniziando dai soggetti della lettera ‘A’ dell’alfabeto.

L’opera, che è pubblicata in lingua araba, oltre a descrivere siti e manufatti, espone i più importanti fatti sociali, politici, economici, religiosi e le questioni relative ai reperti archeologici, ed inoltre narra di leggende, miti, epopee, tradizioni, costumi, e descrive gli dei venerati nelle varie epoche.

Altro spazio è affidato a biografie delle maggiori figure siriane che hanno avuto un ruolo nella scoperta e nello studio dei ritrovamenti archeologici.

Il Direttore generale dell’Enciclopedia Araba Mahmoud al-Sayyed ha detto che questa enciclopedia è stata pubblicata con l’intervento di un certo numero di specialisti siriani di spicco ed altri ricercatori, nella speranza che possa soddisfare le esigenze tanto degli studiosi che dei lettori neofiti, fornendo un collegamento tra i moderni siriani, i loro antenati ed il passato.

Il supervisore dell’Enciclopedia, capo del Dipartimento Preistoria Ammar Abdelrahman, ha dichiarato che il progetto riguarda la storia della Siria dalla preistoria fino alla fine dell’era islamica, facendo notare che la Siria dispone di artefatti di esseri umani primitivi risalenti a circa un milione di anni, citando in particolare i reperti trovati nel sito di Markho nel governatorato di Lattakia (Laodicea), e il possesso di una parte di un Homo erectus risalente a circa 500 mila anni fa.

Questa pubblicazione è particolarmente importante anche in relazione allo sconvolgimento in atto in Siria dal 2012; un sanguinoso conflitto, iniziato come guerra civile, e proseguito come guerra che include direttamente o indirettamente attori regionali ed internazionali. Attualmente il governo è impegnato in una campagna militare su più fronti per recuperare città e siti archeologici occupati dai miliziani dell’ISIS e da altre formazioni islamiste. In alcuni luoghi a sud-est del governatorato di Homs come ad Al Qaryatayn, antica città assira-cristiana e nella più famosa Palmira, le forze governative hanno stabilito le proprie postazioni alle porte delle città ed attendono l’opportunità di lanciare l’assalto finale sotto la copertura dell’aviazione russa.

Clicca qui per gli aggiornamenti continui sulla Battaglia di Palmira di AGENSU

Angelo Gambella

International, Archeologia

---

La battaglia sconosciuta: romani e germani in guerra nel III secolo

mercoledì dicembre 17, 2008

A Kalefeld, ai piedi delle montagne dell'Harz, nella Germania centrale, gli archeologi hanno individuato il luogo di una battaglia campale combattuta fra romani e germanici, grazie al ritrovamento di circa seicento reperti.

L'eccezionalità della scopertà sta nella datazione: una moneta dell'imperatore Commodo (180 - 192 d.C.) e la particolare guaina di un coltello, segnano la data dello scontro tra la fine del II e la metà del III secolo.

Lo scenario rappresenta uno scontro armato di grande importanza condotto circa duecento anni dopo la nota battaglia della foresta di Teutoburgo del 9 d.C., quando l'esercito romano guidato da Varo venne decimato dalle truppe germaniche di Arminio.

Entusiasticamente il ministro della Scienza e della Cultura della Bassa Sassonia, Lutz Stratmann, parla di scoperta del secolo e della necessità di riscrivere la storia del III secolo.

Nei fatti si tratta di uno scontro ignoto alla storiografia e che manifesta, secondo le prime ipotesi, il perdurare del tentativo di penetrazione romana al di qua del limes, nei territori dell'odierna Germania centro-settentrionale. Certamente la battaglia dimostra che romani e germani si scontrarono duramente all'interno dei territori finora considerati germanici.

A scontrarsi furono da una parte un migliaio di legionari romani, dall'altra le truppe dei germani. I seicento reperti comprendono pezzi di catapulta, resti di lance e frecce, parti di carri, rinvenuti a volte a pochi centimetri di profondità.
Angelo Gambella

Archeologia, Attualità

---
« Articoli precedenti |